Pubblicità regresso

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Gli uomini...

Confortably numb...una delle canzoni più belle dei Pink Floyd...quanti ricordi...

TROPPO FORTE!!! XD

venerdì 30 maggio 2008

L'una Per Te...





Questa sera, questa sera......

non lo so....
c'è qualcosa nell'aria stasera....
che non si può!
....non si può spiegare....
a meno che
non ritorni per forza a parlare...
ancora di te!
Se tu fossi buona.....
buona con me
ti porterei, ti porterei la luna...
a letto con te!
....e se non ci fosse "luna"...
allora beh!
ne inventerei, ne inventerei subito "una".....
l'una per te!

La Fortuna, la Fortuna,
la FORTUNA.....
quando c'è
aiuta sempre comunque
"gli audaci"....
e mica me!
Io che c'ho paura
perfino che
che un giorno in testa mi cada
la luna.....
o "di perdere te"!

Io non sto piangendo.....
adesso no!
Sto soltanto, sto soltanto dicendo
che "ti amo"!
E non ho paura....
adesso che
se guardo in alto c'è ancora
la luna
e qui vicino ho te!

martedì 27 maggio 2008

Don McLean - Vincent (Starry, Starry Night)




Starry, starry night.
Paint your palette blue and grey,
Look out on a summer's day,
With eyes that know the darkness in my soul.
Shadows on the hills,
Sketch the trees and the daffodils,
Catch the breeze and the winter chills,
In colors on the snowy linen land.

Now I understand what you tried to say to me,
How you suffered for your sanity,
How you tried to set them free.
They would not listen, they did not know how.
Perhaps they'll listen now.

Starry, starry night.
Flaming flowers that brightly blaze,
Swirling clouds in violet haze,
Reflect in Vincent's eyes of china blue.
Colors changing hue, morning field of amber grain,
Weathered faces lined in pain,
Are soothed beneath the artist's loving hand.

Now I understand what you tried to say to me,
How you suffered for your sanity,
How you tried to set them free.
They would not listen, they did not know how.
Perhaps they'll listen now.

For they could not love you,
But still your love was true.
And when no hope was left in sight
On that starry, starry night,
You took your life, as lovers often do.
But I could have told you, Vincent,
This world was never meant for one
As beautiful as you.

Starry, starry night.
Portraits hung in empty halls,
Frameless head on nameless walls,
With eyes that watch the world and can't forget.
Like the strangers that you've met,
The ragged men in the ragged clothes,
The silver thorn of bloody rose,
Lie crushed and broken on the virgin snow.

Now I think I know what you tried to say to me,
How you suffered for your sanity,
How you tried to set them free.
They would not listen, they're not listening still.
Perhaps they never will...


(perchè è bello sapere che esisti...)

***

mercoledì 21 maggio 2008

21 Maggio 2008

Mi capita talvolta, di sentirmi ingiusta o troppo dura con la gente…e lì che provo a cambiare atteggiamento…ma qualsiasi cosa si faccia, ci si ritrova sempre a pensare di aver sbagliato…e continuo ad alternare il mio essere stronza al mio essere più comprensiva…ma è tutto inutile, il risultato non cambia.

I miei difetti non si possono contare, come quelli di chiunque altro al mondo…ma una cosa disdicevole davvero è essere omologati a persone il cui modo di essere, di vivere e di porsi con gli altri mi ha sempre sdegnato.

Le parole volano è vero, vanno via, scompaiono così come prendono vita…ma il ricordo di ciò che si è provato a causa di esse permane in un angolo del proprio cuore, belle o brutte che siano…vorrei riuscire a non provare rancore…ma non ho ancora imparato come si fa, purtroppo.

Do tutta me stessa nelle cose, nei rapporti con le persone, mi sento bene se qualcuno a cui tengo sta bene e sto male se esso stesso sta male…non mi piace però essere il capro espiatorio di nessuno, non mi piace che si fraintenda il mio modo di portare avanti una relazione interpersonale…ma accade…e mi spiazza.

giovedì 15 maggio 2008

16 Maggio 2008

E ti svegli una mattina
e scopri che qualcosa è cambiato,
scopri che un sorriso non è una cosa forzata,
scopri che l'aria che respiri
assume nuova consistenza,
scopri che le percezioni che senti
non sono sogni né immaginazione
e quel sorriso che ti riempe il cuore
è fonte di timore,
timore di perdere tutto,
ancora una volta.

M.P.

.

domenica 11 maggio 2008

Condividendo...

Time

Pink Floyd




Ticking away the moments that make up a dull day
You fritter and waste the hours in an off hand way
Kicking around on a piece of ground in your home town
Waiting for someone or something to show you the way

Tired of lying in the sunshine, staying home to watch the rain
You are young and life is long and there is time to kill today
And then one day you find ten years have got behind you
No one told you when to run, you missed the starting gun

And you run and you run to catch up with the sun, but it's sinking
And racing around to come up behind you again
The sun is the same in the relative way, but you're older
Shorter of breath and one day closer to death

Every year is getting shorter, never seem to find the time
Plans that either come to naught or half a page of scribbled lines
Hanging on in quiet desperation is the English way
The time is gone, the song is over, thought I'd something more to say

Home, home again
I like to be here when I can
When I come home cold and tired
It's good to warm my bones beside the fire
Far away across the field
The tolling of the iron bell
Calls the faithful to their knees
To hear the softly spoken magic spells



Tempo

Scorrono ticchettando gli attimi che compongono un giorno noioso,
tu sprechi le ore percorrendo vie fuori mano
gironzolando per una piccola zona della tua città
aspettando che arrivi qualcuno o qualcosa a mostrarti la via.

Sei stanco di stare al sole o di stare a casa a guardare la pioggia,
sei giovane e la vita è lunga, c’è troppo tempo da ammazzare oggi,
e un giorno ti volti e vedi che dieci anni sono scivolati via,
nessuno ti ha detto quando correre, hai perso il colpo di pistola*.

Allora corri e corri per raggiungere il sole, ma sta tramontando
e facendo il suo giro per rispuntare ancora una volta dietro di te
Il sole è lo stesso nel suo moto relativo, ma tu sei invecchiato,
il respiro è più corto e la morte un giorno più vicina.

Ogni anno diventa più corto, sembra che il tempo non ci sia mai,
i programmi o falliscono o diventano mezze pagine di linee annotate,
Sopravvivendo nella quieta disperazione alla maniera inglese
Il tempo è terminato, la canzone è finita, pensavo di avere ancora qualcosa da dire.

*
A casa, di nuovo a casa,
mi piace essere qui quando posso,
quando torno infreddolito e stanco
è bello scaldarsi le ossa accanto al fuoco
In lontananza, al di là del campo,
il suono della campana di ferro
richiama il fedele ad inginocchiarsi
per sentire le parole magiche pronunciate dolcemente.



Condivido queste sensazioni, le parole di questo testo...e le condivido con voi.


Manuela

martedì 6 maggio 2008

Senza parole

Ho guardato dentro una bugia
e ho capito che è una malattia
dalla quale non si può guarire mai
e ho cercato di convincermi
... che tu non ce l'hai.

E ho guardato dentro casa tua
e ho capito che era una follia
avere pensato che fossi soltanto mia
e ho cercato di dimenticare
di non guardare.

E ho guardato la televisione
e mi è venuta come l'impressione
che mi stessero rubando il tempo e che tu...
... che tu mi rubi l'amore
ma poi ho camminato tanto e fuori
c'era un gran rumore...
che non ho più pensato a tutte queste cose.

E ho guardato dentro un'emozione
e ci ho visto dentro tanto amore
che ho capito perché non si comanda al cuore.

E va bene così...
senza parole... senza parole...
E va bene così, senza parole
E va bene così, senza parole...
E va bene così...

E guardando la televisione
mi è venuta come l'impressione
che mi stessero rubando il tempo e che tu...
che tu mi rubi l'amore
poi ho camminato tanto e fuori
c'era un grande sole
che non ho più pensato a tutte queste cose...

E va bene così...
senza parole... senza parole...
E va bene così, senza parole
E va bene così, senza parole

OSPITE E PROTAGONISTA DAL 2001 della mia PALERMO...

Sono ancora nel mio bunker preferito, come sempre…ma ancora per poco…poco, troppo poco…presto abbandonerò questa vita, e si, sarà un abbandono, perchè cambierà tutto…e ho una paura indescrivibile, mai ne ho avuta tanta.

Quando avevo appena 20 anni e mi accingevo al passaggio alla vita universitaria avevo più coraggio, avevo pochissimo timore, sapevo dentro di me che qualcosa di meraviglioso sarebbe accaduto…ed è accaduto tanto, tante cose meravigliose, tutte per me.

Qui a Palermo ho scoperto l’amore, quello vero e ho capito cosa significa perderlo, ho capito il significato dell’amicizia, rara, troppo rara e bisogna essere solo fortunati ed aperti per trovarla e io dopo tanto tempo l’ho trovata in più di una persona, anime speciali davvero.

A Palermo ho imparato cosa significa piangere da sola, senza nessuno che ti asciughi le lacrime, ho imparato cosa significa contare solo su se stessi per giorni, settimane, anni, tenendosi dentro turbamenti e dubbi atroci, che solo il tempo e la determinazione hanno risolto, ho imparato a non aspettare la colazione, il pranzo e la cena della cara mamma, perché lei non è qui a badare a tutto…senz’altro ho imparato il senso della libertà…la vera libertà, di gestirsi gli spazi senza intaccare quelli altrui, e non è così facile come sembra, qui nessuno ti dice quali sono i tuoi limiti, devi capirlo da solo, perché quando sbagli gli errori ti tornano indietro con un effetto boomerang amplificato…e qua nessuno ti difende, nessuno ti protegge…tu sola, col tuo mondo, con la tua libertà, con i tuoi spazi, con i tuoi limiti e spesso con la tua solitudine.

Per solitudine intendo non lo stare a casa da sola, perché io a Mazara da sola a casa ci sono stata migliaia di volte e non ho mai sentito quella sensazione, quella lì che ti coglie d’improvviso e ti fa sentire tanto, tanto vuota e sola…e lì ti vien la voglia di fuggire…ma non si può, quella sensazione assurda e mai provata è lì dentro di te e non va via con una passeggiata in centro con il lettore mp3 sempre acceso.

Ecco che anche la musica qui per me ha acquistato valore…un nuovo significato anche per essa, non solo fonte di emozione e veicolo di ricordi…assume un nuovo ruolo, essa è con me, è parte di me, accompagna totalmente le mie giornate e le arricchisce nota dopo nota, accordo dopo accordo, e spesso parola dopo parola, ad ogni situazione un brano si associa, ad ogni esperienza una scoperta musicale…e potrei parlarne per ore senza mai essere soddisfatta, perché ci sono cose che si sentono per la cui espressione non v’è modo.

E qui ho scoperto le responsabilità, gli orari da rispettare e che puntualmente non rispetto, sarà anche questa una forma di ribellione recondita, una forma di rifiuto di canoni imposti…non so ancora, forse solo il desiderio di gestire il tempo secondo la mia vita e non gestire la mia vita al tempo…su questo penso dovrò far chiarezza.

E a Palermo ho scoperto il lavoro, quello duro, quello vero, quello che di tanto in tanto ti fa chiedere “ ma perché lo faccio” per poi risponderti “ perché ne hai bisogno, per sentirti viva, per dimostrare a te stessa che ce la puoi fare, che puoi anche evitare di chiedere…chiedere e chiedere ai genitori”, e qua hai continuato a vedere quanto è corrotta la vita in ambito universitario e quanto sia difficile farti valere ed essere qualcuno tra la massa e tra quei pochi per la quale sei solo un numero, per i quali talvolta comporti fastidio, per il solo volere rispettato i propri diritti da studente finanziatore dell’università stessa…ed è quella stessa l’università che non ti garantisce qualità, correttezza, uguaglianza e serenità.

E qui ho imparato il risparmio, ho imparato a stringere i denti, resistere e rinunciare tante volte.

No…non sono brutte le cose che sto dicendo, è la meraviglia che ho vissuto in questi sette anni a Palermo…è la vera vita, quella difficile, ma piena, così piena di esperienze belle e brutte che, già son passati questi anni, sono passati così in fretta e io, non me ne sono resa conto…e ad oggi ho capito che, non sono pronta ad abbandonare la mia tanto amata ed odiata città, sebbene dovrò farlo ugualmente, perché adesso la mia vita richiede questo da me, un altro passo, un altro sacrificio che concederò, perché è giusto così…ed è così che…piena di prospettive e di paure…io ti dico addio mia cara Palermo.

Ma tornerò…aaaah se tornerò!!!

domenica 4 maggio 2008

Considerazioni...

A volte penso che dovrei cominciare a vivere sul serio, uscire e incontrare gente nel modo più tradizionale e mandare a fanculo tanta altra gente che non mi convince…mi sono resa conto che non apprezzo quel che ho, che non vivo fino in fondo le mie esperienze, in parte per paura, in parte per complicarmi maggiormente la vita…ed è così che cerco e voglio quello che non posso avere…a volte penso sia una forma di masochismo insito nella mio inconscio e io stessa non mi rendo conto di inseguire le vie senza uscita, quelle che non mi portano da nessuna parte, forse sono io che le cerco appositamente per continuare a cullarmi in una via di mezzo, senza mai andare avanti, senza mai uscire e superare la mia situazione.

Quando capisco di tanto in tanto di stare ancora una volta perseverando, lì il mio spirito di sopravvivenza prende il sopravvento e per fortuna riesco a focalizzare la realtà degli eventi e a salvaguardarmi da ciò che mi può esser deleterio ancora una volta.

Al ché arriva il momento in cui prendo in mano la situazione e faccio le mie scelte senz’altro ponderate…

Sono convinta che il treno passa una sola volta, che le opportunità non ti si ripresentano, non si è così fortunati…e non penso di essere così sciocca da star lì ad aspettare per dare possibilità a chi non le vuole.