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Gli uomini...

Confortably numb...una delle canzoni più belle dei Pink Floyd...quanti ricordi...

TROPPO FORTE!!! XD

martedì 18 dicembre 2007

Intervista a Vecchioni

Per mia grande gioia da poco è uscito il nuovo album del Grande Roberto Vecchioni "Di rabbia e di stelle", in concomitanza col suo libro "Di sogni e d'amore".
Durante un'intervista propostagli attirò la mia attenzione il fatto che egli rapportò le "stelle offuscate dalle nuvole e quelle che si vedono a cielo aperto" all' "amore di gioventù e quello della vecchiaia"...vorrei approfondire questo suo concetto e a tal fine magari mi deciderò a comprare un testo che non sia universitario... potrebbe volere dire che gli amori della gioventù, in quanto sentimento provato da giovani, è offuscato dalle paure, dalla frenesia della vita, dalle miriadi di insicurezze che ci pervadono e che non lasciano a volte lo spazio sufficiente per vedere ciò che veramente ci chiede il cuore; amore sì passionale tanto quanto sfuggente, poiché poco maturato... io in quanto giovane posso solo provare ad immaginare cosa sia un amore della vecchiaia, ma penso che infinite consapevolezze donateci dalla senilità siano in grado di far vedere anche l'amore, spesso considerato sentimento di giovinezza, come un qualcosa di finalmente chiaro, delineato e limpido, in un cuore provato che ormai sa cosa sente.

Asserì inoltre Vecchioni: "...è stato un anno difficile, non brutto, perchè tutto serve e tutto è importante...", "...il dolore è una mancanza di gioia, perchè la condizione naturale dell'uomo è essere felici, non tristi. Il dolore è una cosa che va via, però è necessario esserne testimone affinchè vada via...".

Una visione alquanto ottimistica della vita e della condizione psicologica umana...in pratica sebbene si è stati male, non ammettere la bruttezza della cosa, in quanto (e qui concordo) realmente utile. Certamente, dopo aver superato un duro periodo e analizzandolo in tempi migliori si può trovare il modo di ricavare il meglio anche dal peggio...ma comunque resta ammirevole questo tipo di approccio abbastanza introspettivo alla visione di "difficili" e non brutte esperienze!
Per quanto riguarda la "condizione naturale dell'uomo", se davvero essa è la felicità, perchè cerchiamo sempre di complicarci la vita quando a volte le cose più semplici ci si pongono palesemente davanti gli occhi? Perchè a volte stiamo male e paradossalmente vogliamo stare peggio e cerchiamo il modo affinchè sia così? A volte sembrerebbe che reagire in un momento di sofferenza ci allontani da essa stessa e quindi conseguentemente dall'affrontare quella situazione, il non affrontare la situazione, vista in chiave di "rimozione" sembrerebbe lasciare che quella sofferenza resti anche parzialmente dentro di sè...forse sarà per questo che quando si soffre si cerca di rifugiarsi in se stessi...mi chiedo se alla fine poi è comunque un modo per cercare la propria felicità individuale. Forse ognuno di noi ha semplicemente modi differenti per raggiungere la medesima cosa, chissà quale sarà la maniera più efficace per farlo, forse non ce n'è...forse è solo una cosa soggettiva.

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